Cattivo Pagatore Roma
Crif Cattivi Pagatori Coppedè ⭐ Cattivo Pagatore Roma è un soggetto che non ha saldato una o più rate di un prestito. Cancellazione Crif e Riabilitazione. Richiedi Informazioni.
Crif Cattivi Pagatori Coppedè
Conosciuta come la Black list o lista nera dei cattivi pagatori, la CRIF ha oggi modificato alcune delle sue regole storiche e non è più solo uno storico che evidenzia i soggetti della Crif Cattivi Pagatori Coppedè.
Il programma è un “circuito nazionale” per gli enti finanziari e grazie alla Crif Cattivi Pagatori Coppedè una banca o una piccola compagnia assicurativa, è in grado di avere dei chiarimenti e capire con chi ha a che fare. In caos di richiesta di un prestito, finanziamento o di un mutuo, si ha a che fare con una situazione che interessa proprio una classificazione del problema che si potrebbe avere nella riscossione del credito dato.
Non confondiamo le cose, ma spieghiamo la situazione. Una piccola compagnia assicurativa riceve la richiesta, da parte di un utente che ha un buon reddito annuale, di un prestito di 40.000 euro. A questo punto sarebbe ovvio, in base alla dichiarazione dei redditi, di rilasciare questo tipo di prestito. Solo che dopo che c’è stato un controllo all’interno della CRIF si nota che il soggetto ha diversi debiti insoluti, prestiti da saldare e conti in rosso. Ecco che allora la compagnia può negare il prestito poiché non ha garanzie dal soggetto richiedente.
Cosa si vede con la CRIF?
Tutto! Dalla CRIF o dalla lista della CRIF un ente finanziario è in grado di vedere gli storici che vi accompagnano, quello che è successo con altri prestiti oppure se siete poi soggetti insolventi. Si tratta quindi di una identificazione di quello che è successo in precedenza.
Inoltre, sempre perché si pensa che essa sia rivolta solo ed esclusivamente per valutare se si è o meno dei cattivi pagatori, dovete pensare che essa identifica poi eventuali prestiti in corso. Questa è una voce interessante perché ci sono tantissimi utenti che sono convinti che basta presentarsi in diverse banche o chiedere a varie compagnie assicurative, che sono competitor, tra di loro, per avere dei prestiti che sono poi molto elevati.
Ebbene non funziona così, anzi oggi sono cambiate le cose e grazie al sostegno dei programmi e delle nuove tecnologie, gli enti creditizi sono molto più attenti a questi furbetti. Infatti è una tendenza, soprattutto dei giovani che non hanno idea di come funzioni l’erogazione dei prestiti, come anche quello che riguarda i microcrediti, di chiedere dei prestiti su prestiti, avendo solo una busta paga.
Cerchiamo di chiarire la situazione dei prestiti. Quando si hanno delle credenziali o una busta paga, è possibile chiedere un prestito, perfino se la busta paga è a tempo. Solo che il credito che viene dato è in percentuale. Un giovane che lavora da 6 mesi per un’azienda ed ha un contratto a termine di 2 anni, dove percepisce 1.000 euro, potrà richiedere un prestito intorno ad un massimo di 4.000 euro, da restituire entro 24 mesi, cioè entro la fine del contratto lavorativo. Se in concomitanza chiede, ad un’altra agenzia o compagnia finanziaria, un altro prestito per avere altri 4.000 euro. Questo prestito gli viene rifiutato, come mai?
Perché nella CRIF è evidenziato che c’è un altro prestito in corso e che è il massimale che si può richiedere in base al guadagno del richiedente. In caso invece il soggetto ha chiesto appena 1.000 euro di prestito, potrà chiederne altri fino a 4.000 euro. Questo perché, in base alle credenziali rilasciate, lui ha una percentuale massima di denaro che potrà richiedere.
Naturalmente quando poi si ha un reddito sulle 2.000 euro al mese, allora è molto più semplice chiedere dei prestiti che sono più alti poiché c’è una identificazione del massimale che questo soggetto può richiedere.
La procedura è stata effettuata per impedire al soggetto di affidarsi interamente agli enti di prestiti poiché poi rischia di avere al mese troppe rate da pagare danneggiando gli enti che devono riavere il prestito dato.
Crif e “cattivo pagatore”, se però sono solo in ritardo perché sono un “cattivo pagatore”?
Dal 2021 è stato risolto questo problema, cioè quello di essere classificati come dei cattivi pagatori solo perché si è pagata la rata con qualche giorno di ritardo. A tutti capita di dimenticarsi, nonostante non si dovrebbe, una qualche rata.
In passato bastava realmente essere in ritardo di una settimana per avere la segnalazione alla CRIF e questo era dannoso poiché poi c’era il rischio di rimanere per anni con questa dicitura. Oggi invece la procedura è cambiata.
In primo luogo se non si paga la rata in tempo, l’ente creditore deve fare un secondo tentativo dopo 15 o 20 giorni, la scelta del tempo avviene in base alle richieste o necessità dell’ente stesso. Al secondo tentativo si avrà la segnalazione. Se poi si paga dopo 20 giorni, perché ci siamo ricordati di pagarla, purtroppo è un lasso di tempo in cui si ha una prima segnalazione.
Sottolineiamo che è possibile chiamare la banca è mettere in chiaro la situazione, forse loro sono in tempo per rettificare la segnalazione, ma questo dipende sempre dai tempi. Certo se lo chiedete dopo 2 mesi, allora non si potrà fare nulla perché non c’è stato un chiarimento immediato e l’ente si è difeso seguendo la giusta procedura.
Precisiamo però un’altra novità, vale a dire quello che riguarda la segnalazione numerica. Questo aiuta molto, anzi moltissimo gli enti e i soggetti che richiedono dei prestiti. In passato, il circuito nazionale per la segnalazione dei cattivi pagatori, non aveva una identificazione, nel senso che si aveva solo la dicitura: cattivo pagatore. Essendo messi alla stregua di soggetti che sono insolventi o nulla tenenti.
Solo che però, dopo i tanti ricorsi che sono stati fatti dalle persone che non potevano credere che per un ritardo ci fossero state queste situazioni e perfino dalle continue segnalazioni delle piccole compagnie di assicurazione che, conoscendo i propri clienti, facevano addirittura da garanti, sono cambiate le cose.
Infatti oggi, quando si è in ritardo, c’è la procedura di allerto e sollecito obbligatorio, che abbiamo elencato prima e che chiarisce la situazione del soggetto.
Inoltre è stato richiesto che solo dopo 2 mesi o 2 rate di mancato pagamento o di un pagamento in ritardo, si interviene. Specifichiamo che solo dopo la situazione. Per 60 giorni non vengono pagate 2 rate, trascorsi questi 60 giorni esse vengono pagate. In questa situazione si viene segnalati come cittadini con cattivo pagatore per specifico ritardo.
All’interno della Crif Cattivi Pagatori Coppedè ci sarà quindi una “sigla” identificativa. Per esempio ci sarà scritto 00012 che vuol dire che per 1 prestito il soggetto ha pagato in ritardo 2 rate. Se poi sono più rate, tipo 3 o 4, ci sarà 00013 oppure 00014.
Ovviamente le rate in ritardo devono venire saldate prima della scadenza del contratto per avere poi una seguente cancellazione dalla Crif Cattivi Pagatori Coppedè in 12 mesi. In caso poi non si paga, la situazione cambia.
Però è vero che grazie alla identificazione della segnalazione molti utenti possono richiedere altri prestiti perché il ritardo nel pagamento non è poi un grave danno, c’è però un “ma”.
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Spieghiamo il “ma” quando si paga in ritardo
Come abbiamo accennato, quando si è dei cattivi pagatori per dei ritardi frequenti, si rischia di avere la classificazione dei cattivi pagatori. Dall’altro lato però avendo la sigla solo del “pagatore ritardatario”, è possibile chiedere altri prestiti, ma decurtati.
Ecco il “ma” che non è da sottovalutare. Se con la vostra busta paga potete chiedere 20.000 euro di prestito, senza tanti problemi, se nella CRIF c’è la dicitura di pagatore in ritardo allora ve ne verranno erogato 10.000 euro dalle banche e 8.000 da eventuali compagnie assicurative.
Come mai nelle compagnie assicurative c’è un ulteriore decurtazione? Perché esse si proteggono poiché il loro capitale economico è inferiore rispetto a quelle delle banche. Solo che prestate attenzione a quello che vi viene detto dalla banca perché essi vi possono dare poi la metà, ma magari aumentano la percentuale di interesse sempre per tutelarsi poiché nella CRIF siete stati etichettati.
Pagare in ritardo per una banca o per un ente finanziario può voler dire un danno economico personale e quindi anch’essi tendono a proteggersi o comunque a elargire il denaro con tassi di percentuale più alti.
Alla fine il debitore, invece di dover restituire 10.500 euro, perché ci sono 500 euro di tasse e oneri amministrativi, oltre al loro personale guadagno, richiedono la restituzione per 11.500 euro, che è molto se ci pensate. Poi gli esempi che noi stiamo facendo sono da ritenersi esempi perché i reali tassi di percentuale di interesse sono calcolati direttamente dagli enti finanziari.
Cosa sono gli affidamenti in corso?
La CRIF è una sorta di evidenza storica del soggetto che richiede un prestito. Parliamo di una visura dove sono riportati tutti gli elementi creditizi del richiedente. Oltre ai pagamenti in ritardo o mancati pagamenti, che classificano il soggetto come cattivo pagatore, ritroviamo poi gli affidamenti in corso, ma cosa sono?
Per esempio la tipologia di conto, carte di credito, finanziamenti, come abbiamo dichiarato in precedenza, fideiussioni, aperture di credito, leasing oppure insoluti. Come mai però gli affidamenti possono poi creare dei problemi per la richiesta di un prestito e perché devono comparire assolutamente all’interno della Crif Cattivi Pagatori Coppedè?
L’errore comune dei cittadini è quello di credere che la CRIF riguardi la semplice “dicitura” di cattivo pagatore, ma in realtà la situazione è molto più estesa.
CRIF indica Centrale Rischi Intermediari Finanziari. Gli enti che sono bancari o le compagnie assicurative finanziarie, quest’ultime possono essere del tutto private e avere un capitale economico da non sperperare, devono avere la sicurezza di un recupero del denaro.
Un utente che ha in attivo un prestito, però poi ha delle carte di credito, ha poi un leasing in corto e magari ha richiesto perfino la fideiussione per il pagamento dell’affitto, rischia di non poter pagare uno dei procedimenti in corso. Da quanto è stato reso noto e palese negli studi delle situazioni che interessano proprio le analisi dei rischi finanziari, i cittadini debitori preferiscono sempre pagare le banche, poiché quest’ultime contano su una personale forza legale. Essi dunque tralasciano o non pagano il debito che si contrae con delle compagnie assicurative.
Gli affidamenti rischiano di essere spesso degli elementi che vanno contro ad un utente. Anzi le persone che non hanno delle carte di credito, ma hanno delle carte di debito sui conti, sono coloro che ricevono poi una maggiore quantità di prestiti e di somme di denaro, come mai? Perché non c’è una percentuale di decurtazione dalla somma che richiedono.
Il calcolo quindi avviene in modo semplice e senza che ci siano dei problemi di sorta. Dunque è in visione di queste situazioni che la CRIF diventa indispensabile da consultare.
Crif Cattivi Pagatori Coppedè: si è segnalati per sempre?
Dal 2021 sono stati dati dei tempi massimi in cui il soggetto debitore, che non ha onorato il contratto di restituzione del denaro, viene classificato e quindi identificato in questa lista. La legge obbliga ad avere delle cancellazioni automatiche per la tutela della privacy, ma anche perché oggi sono snellite le pratiche di recupero del denaro e di conseguenza un utente cambia velocemente la propria condizione finanziaria oltre che la propria realtà economica.
Per questo dunque ci sono delle novità nel settore. Tanti sono i contribuenti o cittadini che hanno però la necessità di capire come funziona la riabilitazione dal Crif Cattivi Pagatori Coppedè. Siccome le regole sono nuove, cioè i regolamenti sono cambiati dallo scorso anno è normale che si abbia il timore che, se si è stati classificati come cattivi pagatori, esso rimanga per anni e anni.
Tuttavia i tempi sono stati estremamente ridotti. Per esempio se si è in insolvenza con un debito o mutuo non restituito, si rimane nella Crif Cattivi Pagatori Coppedè, con il termine insolventi o nullatenenti, per un massimo di 60 mesi.
Ciò nonostante non è che si cancella il debito da versare perché sicuramente ci sono delle procedure in atto, da parte dell’ente con cui si è contratto il debito, che andranno a eseguire dei pignoramenti o delle procedure di sequestro.
Conclusione, se andate a richiedere dei finanziamenti o prestiti, presentando delle proprietà che in realtà stanno per essere pignorate o sequestrate, non vi verranno prestato alcun denaro perché sicuramente comparirà nella Crif Cattivi Pagatori Coppedè la situazione e il congelamento dei beni per un debito insoluto.
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Un ottimo servizio
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